Aia da rifare. L’autorizzazione integrata ambientale sarà rivista. C’era bisogno del risultato dell’indagine epidemiologica per smuovere l’aria torbida a Taranto. Oppure, meglio ancora, delle elezioni. L’attuale sindaco è sempre più lontano dai cittadini, o, perlomeno, dai cittadini interessati alla questione ambientale e quindi alla propria salute, e scendono in campo i Verdi, che proprio nella città pugliese potrebbero, per così dire, risorgere. Angelo Bonelli formalizzerà oggi la propria candidatura appoggiato dalla fetta più consistente degli ambientalisti e proprio in questi giorni è arrivata la decisione sull’Aia: il 14 marzo a Bari il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, si incontreranno per discutere il riesame della procedura Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per il polo siderurgico di Taranto, che era stata rilasciata dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo nell’agosto scorso e che secondo i periti del tribunale è insufficiente, e, appunto, inefficace.
E intanto l’Ilva, incurante della batosta rappresentata dalla perizia epidemiologica, prosegue con il ricorso al Tar proprio contro le prescrizioni fissate dall’Aia in vigore. «Neppure in un momento drammatico come l’attuale l’Ilva ha dato prova di voler aprire una fase di dialogo più sereno con il territorio e le istituzioni, magari rinunciando alla istanza di sospensiva discussa»: lo ha sottolineato in una nota il Circolo Legambiente di Taranto riferendosi all’udienza di ieri dinanzi al Tar di Lecce in cui si è discusso appunto il ricorso presentato dall’azienda. «L’Ilva – aggiunge l’associazione ambientalista – ha invece insistito pervicacemente nella propria richiesta di sospensione dell’efficacia del provvedimento di Aia, relativamente alle prescrizioni in materia di sistemi di abbattimento di macro e micro inquinanti, nonchè di rete di smaltimento delle acque reflue. Ciò risulta particolarmente e negativamente significativo anche in considerazione del fatto che il prossimo 14 marzo è previsto un incontro tra istituzioni locali e ministero, propedeutico alla riapertura del procedimento di Aia, e che – conclude l’associazione ambientalista – potrebbe essere proprio quella la sede nella quale, in contraddittorio con tutte le altre parti, andare a verificare le modalità di esecuzione e il peso delle prescrizioni».
L’Aia approvata dal precedente ministro dell’Ambiente, quindi, non è assolutamente adeguata agli impatti sanitari e ambientali di uno degli impianti siderurgici più grandi d’Europa, ma nonostante ciò l’Ilva si opposta per vie legali. Le toghe verdi, qui a Taranto, hanno molto su cui lavorare.