Nelle lunghe chiacchierate con i tarantini mi ha sempre colpito la loro tenacia nella lotta e la loro capacità di restare lì, ad aspettare la giustizia, chiedendo attenzione nel resto d’Italia, attenzione che solo raramente, purtroppo, c’è stata.
Adesso la giustizia, anzi la Giustizia, con la lettera maiuscola, potrebbe essere in dirittura di arrivo.
Le emissioni di gas, vapori, polveri e diossina che ogni giorno, e ogni notte, vengono sputate fuori dai camini dell’Ilva crea pericoli per la salute dei suoi lavoratori e della gente. E gli animali abbattuti nei mesi scorsi perchè ammalatisi pascolando nell’area industriale di Taranto avevano quasi impresso il marchiò di quelle emissioni, e l’azienda non ha fatto tutto quello che le compete per evitare quei pericoli.
Lo hanno scritto, nero su bianco, i periti chimici nella prima parte della maxi perizia depositata alla segreteria del gip di Taranto Patrizia Todisco,
La perizia si inquadra nell’incidente probatorio dell’inchiesta aperta dal procuratore Franco Sebastio, dall’aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero (a proposito di Toghe Verdi…) nella quale risultano indagati Emilio e Nicola Riva, il direttore Luigi Capogrosso, il capo area cokerie Ivan Di Maggio, il capo area Agglomerato Angelo Cavallo. Continua a leggere